Il respeaking è, come la stenotipia e la dattilografia, una tecnica di scrittura. Come la stenotipia, ma diversamente dalla dattilografia, è inoltre una tecnica di scrittura veloce. Appurato questo, risulta evidente che per scrivere un qualsiasi testo che non richiede la scrittura veloce, come una perizia o una verbalizzazione o una resocontazione da non consegnare nell’immediato, le tre tecniche sono concorrenziali. Pertanto vincerà quella più flessibile ed economica, che per quanto riguarda le perizie, che richiedono un intervento puntuale a livello addirittura di fonema e non di singola parola, è senza dubbio la dattilografia.Poi si pone il problema della redditività dell’operazione, soprattutto per le resocontazioni e le verbalizzazioni. Visto che non richiedono, per quanto ne so, una precisione a livello fonemico, ma solo lessicale, ovviamente una tecnica di scrittura veloce è più raccomandabile perché permette di produrre di più in meno tempo. In questo stenotipia e respeaking sono concorrenziali. Ancora una volta vincerà quella più flessibile, accurata ed economica. Ora, i software di riconoscimento del parlato sono arrivati a un livello di accuratezza tale che permettono una trascrizione quasi perfetta, a costo di minimi errori, immediatamente individuabili, grazie anche all’allineamento automatico con il parlato che fanno questi software. Inoltre, il respeaking non necessita più dell’isolamento acustico, grazie alle stenomask, che isolano il microfono. Quindi resta solo la questione economica a fare la differenza tra stenotipia e respeaking e indubbiamente quest’ultimo è molto più vantaggioso. Detto questo, secondo me gli stenotipisti attuali non devono temere niente, perché non viene remunerata la tecnica, ma il prodotto finale. E il prodotto finale è garantito in entrambi i casi e nei tempi richiesti. Ovviamente i problemi si riscontrerebbero qualora un dirigente aziendale prevedesse due tipi diversi di remunerazione per il respeaker e per lo stenotipista. È infatti diffusa la convinzione che per fare respeaking basta poco allenamento. Questo non è falso, perché per fare respeaking “basta” ripetere quello che viene detto dall’oratore. Ci sono persone che sono riuscite a ottenere risultati sorprendenti addirittura in poche ore di formazione. Ma nella maggior parte dei casi serve una formazione mirata e una esercitazione continua anche in autodidattica per aumentare il tasso di dettatura e per lavorare in tempo reale. Inoltre, per fare bene e in maniera remunerativa respeaking serve molto allenamento e competenze che non tutti possiedono, come nel caso della stenotipia. Probabilmente un giorno si smetterà di fare corsi di stenotipia e non ci saranno più stenotipisti. Ma quelli che ci sono ora hanno una professionalità difficilmente sostituibile. Inoltre, nessuno sindaca sulla tecnica usata, quello che conta è il risultato finale, anche se ci sono committenti che fanno specifiche richieste, perlopiù in favore della stenotipia (probabilmente a seguito di cattive esperienze con improvvisati respeaker), oppure che intendono promuovere la ricerca e pertanto o richiedono entrambe le tecniche per metterle a paragone e rinfocolare la competitività oppure per incentivare lo sviluppo delle nuove tecnologie, in questo caso a favore del respeaking.